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D & R Estratti - SAIPRAKASHANA.COM/IT

D Perché gli uomini e le donne devono stare separati durante le preghiere

R Swami:A cosa servono le preghiere? Le preghiere servono a tenere la mente concentrata su Dio.

Non ci si dovrebbe concentrare su nient’altro perché, se la mente vaga di qua e di là, la connessione con Dio diventa debole e, se si indebolisce, non si può sperimentare il Divino.

Bisogna evitare qualsiasi cosa si presenti che possa distrarre la mente. Non significa soltanto tenere gli uomini e le donne seduti in modo disciplinato o in modo diverso, ma non bisogna neanche mangiare troppo prima di andare a pregare.

State a digiuno prima di andare a pregare. Perché? Se mangiate troppo, lo stomaco interferisce con la preghiera: potreste avere nausea, indigestione e problemi simili. Mangiare troppo non è sattvico.

Il digiuno fa parte della preghiera. Nei tempi antichi, le persone pregavano al mattino presto, restavano a digiuno e poi si recavano al tempo. Ancora oggi, quando le persone vanno al tempio, digiunano. Perché?

È perché, quando si mangia troppo, questo può interferire con la preghiera.

Che cos’altro si fa? Si compiono certi riti prima di pregare, come fare il bagno e indossare vestiti puliti. Si accendono anche gli incensi e le lampade, perché si vuole scacciare il buio.

Tutto questo fa parte di determinati riti, di determinate regole. Gli antichi sapevano che tali rituali aiutavano la mente a concentrarsi meglio su Dio.


Mauritius, 12 dicembre 2018

D Quando insegniamo l’amore, le persone hanno paura di ciò che cerchiamo di insegnare loro. Pensano: ‘Voi insegnate la spiritualità e i mantra indù e così via’. È difficile replicare a tale mentalità.

R Swami:Insegnate la filosofia nella pratica. Chi è interessato può anche imparare i mantra, può anche recitarli. È la cosa migliore. Qual è il pensiero originale della religione? L’essenza della filosofia di Swami è la stessa della religione originaria, il Sanathana Dharma, come viene chiamato. Che cosa è sanathana? Sanathana significa ‘ciò che esiste sempre’. Che cos’è il dharma? Il dharma è la via. Perciò, il Sanathana Dharma è la via che è sempre esistita. Vedete, i riti, i Veda, i mantra sono come gli orari scolastici, le divise, le materie e la lingua in cui vengono insegnate: sono soltanto degli aspetti esteriori. La conoscenza, la comprensione che tutto è divino è la religione originaria. Tuttavia, per impararla, bisogna andare a scuola e imparare le lezioni. Le altre cose servono soltanto ad aiutare a comprendere questa conoscenza.

Scuole diverse hanno uniformi diverse, diversi orari, lingue diverse. Le religioni sono come le lingue: sono modi diversi di comprendere lo stesso messaggio. Hanno gli stessi princìpi, nonostante abbiano diversi profeti, diversi messia e guru differenti, Ogni religione propaga questa conoscenza. Da questo punto di vista, ci sono delle differenze, ma, andando in profondità, le religioni insegnano tutte ad amare Dio poiché Dio è in tutti. Dio ha creato tutti uguali: non c’è qualcuno che è superiore o inferiore. Questa filosofia è la stessa. Che imparino prima questa filosofia.

Ci sono centinaia di modi per trattare lo stesso argomento. Alcuni possono avvicinarsi a esso tramite il Corano, altri tramite la Gita, altri grazie alla Bibbia o a un altro testo religioso. Sono solo modi diversi. Insegnate la conoscenza di base, la filosofia. Qual è la filosofia? Tutti sono Uno. Ciascuno è uguale nella Creazione. Tutti devono essere amati e serviti. Questo è il modo per trovare la pace e la felicità nella vita. È ciò che stiamo cercando di fare. Questo dovrebbe essere utile. Tuttavia non dovreste strafare, non dovreste porre delle condizioni, come dire, per esempio, che devono fare questo e quello, altrimenti non possono venire qui. Che cosa succederebbe, in quel caso? Molti giovani penserebbero che c’è troppa filosofia. D’altro canto, tuttavia, essi coltivano i sentimenti di amore e di compassione e vogliono partecipare. È così che deve avvenire. Fatelo con calma. I giovani devono porre delle domande e voi dovete rispondergli. Se non date delle risposte alle loro domande, potrebbero coltivare dei pregiudizi verso questa opera. Talvolta le domande possono essere facili, talvolta difficili e persino imbarazzanti. Lasciate che sia Io a rispondere!


Visita divina, Malesia, 11 marzo 2019

D Swami, qual è il modo migliore per servire?

R Swami:Non ha importanza il modo che impiegate, chi servite o con quali mezzi.

L’antico subhashitam recita:

paropakarartham vahanti nadyah
paropakarartham duhanti gavah
paropakarartham phalanti vrikshah
paropakarartham idam shareeram

(I fiumi scorrono per aiutare gli altri; le mucche producono il latte per aiutare gli altri; gli alberi portano frutti per aiutare gli altri; lo scopo del corpo umano è di aiutare gli altri)

Il corpo è stato creato per il servizio. Se dividete la parola paropakara, essa è costituita da tre parti: para, upa e kara. Para significa Dio, il divino, Colui che è oltre. Upa significa ‘vicino’. Kara è ciò che fa sì che qualcosa avvenga. Perciò paropakara è ciò che vi avvicina a Dio.

Dov’è Dio? Dio vive dentro di voi, tramite la vostra natura. Ciò che vi rende maggiormente divini, che vi fa sentire l’unità con gli altri è paropakaratham. Quando fate servizio, quando aiutate gli altri, vi avvicinate alla vostra vera natura. Diventerete più divini, più gentili, compassionevoli, pacifici e beati. Scomparirà qualsiasi ristrettezza mentale e si farà strada in voi la larghezza di vedute. Questo è il concetto di paropakaratham.

Questo è il miglior sadhana (pratica spirituale). Per realizzare la Divinità non c’è bisogno di recarsi in pellegrinaggio in un luogo sacro, non c’è bisogno di fare japa (recitazione del nome di Dio) o meditazione ogni giorno o compiere delle difficili austerità.

In questo Kali Yuga, namasmarana e seva sono le pratiche più importanti. Il namasmarana è ricordare Dio e seva è servire Dio.

Dov’è Dio? Non potete andare nel Vaikuntha (la dimora del Signore Vishnu) per servirlo. Non potete andare sul Kailasa (la dimora del Signore Shiva). Tuttavia, Dio è presente in ciascuna persona che servite. Quando servite, giungete a Dio. Questo è il segreto! Non esiste nessun altro segreto nella spiritualità.

La spiritualità molto semplice e pratica è di amare e servire tutti senza alcuna distinzione o differenza. Trattate tutti alla pari e amateli: questa è spiritualità. Usare il japamala (rosario) e compiere varie forme di sadhana sono tutti modi di tenere la mente concentrate su questo pensiero. Non sono il fine, ma soltanto i mezzi per giungere allo scopo. Il fine è sentirsi uno con tutti, amare tutti, servire tutti, pensare che tutti sono parte di voi, mantenendo una mente aperta.

Questa è spiritualità, questo è ciò che state cercando di raggiungere.


15 marzo 2019 Satsang presso la residenza di Umashankar e Srividya, Singapore

D Come possiamo stare vicini a Dio?

R Swami:Può esserci un figlio senza madre? Allo stesso modo, può esistere una madre senza il figlio? È una relazione inseparabile. Lo stesso si può dire della relazione tra Dio e i suoi devoti. Dove c’è il cuore puro dei devoti, si può essere certi che anche Dio sia presente. Quando il bambino piange chiamando la madre, ovunque sia, ella accorre dal bambino. Allo stesso modo, quando i devoti pregano con il cuore puro, Dio non ha altra scelta che stare al loro fianco. Si tratta di un legame d’amore inseparabile tra Dio e i suoi devoti.

Tra tutti i figli, quale è più caro alla madre? Il figlio più caro è quello che segue la madre, la ascolta e non le procura alcun problema. Allo stesso modo, il devoto più caro al Signore è anapeksha, cioè quello che ha minori desideri. La più grande qualità di un buon devoto è di non avere desideri. Un tale devoto è soddisfatto di qualsiasi cosa Dio gli dia e attende pazientemente che Dio compia la sua volontà senza creare intralci. Tale devoto non ha una sua mente, desideri o volontà propria. Per lui, ogni cosa è volontà di Dio, ciò che Dio desidera.

È come un bravo figlio che è sempre soddisfatto di ciò che la madre fa, di ciò che gli dà ed è sempre pronto ad ascoltarla e a seguire i suoi consigli. Tuttavia, quando il figlio cresce, va a scuola, incontra altre persone, crea nuove amicizie, coltiva nuovi desideri e nuove intenzioni e non ascolta più la madre. Allo stesso modo quando i devoti si trovano in compagnia di persone mondane, dimenticano Dio e rincorrono i desideri. Pertanto, per mantenere una devozione pura per Dio, è molto importante mantenersi in buona compagnia, nella compagnia di devoti privi di desideri.

Nel buddismo c’è una preghiera: Sangham sharanam gacchhami, stai in compagnia di persone buone. Senza il sangham, senza il satsang. non è possibile conoscere o essere con il Buddha, cioè conoscere o stare sempre con Dio. Quando siete in compagnia di persone buone, tendete a fare delle cose buone. Dharmam sharanam gacchhami, fai cose buone, sii sempre sul buon cammino. Potete seguire il cammino della bontà soltanto quando siete con persone buone. È così che potrete stare con Dio: Buddham sharanam gacchhami, potrete essere in compagnia del Divino.


Laos, presso la Home Sai, 19 marzo 2019

D Swami, qual è il significato di ‘andare in pensione’?

R Swami:I non vado mai in pensione, quindi non conosco il significato di ‘pensione! (Risate) Finché siete in grado di farlo dovete continuare a lavorare e servire. Perché andare in pensione? Potete lavorare dal vostro cuore. Amare tutti, pregare per tutti, essere gentile con tutti: questo è il modo di continuare a servire. Nn esiste una parola chiamata ‘pensione’ nel mio dizionario, quindi Io non posso spiegarvi cosa significhi. Chiedetelo a qualche persona pigra: loro saranno in grado di spiegarvelo. (Risate)


Visita Divina a Hong Kong- marzo 2018

D Ho una domanda sulla fede. Swami dice che se si ha o non si ha fede non si può avere una fede al 50%. C’è un modo attraverso cui tu possa aiutare la gente a sviluppare la fede?

R Swami:Cosa posso fare per aiutare la gente ad avere fede? La fede è una cosa individuale, non è qualcosa che si possa distribuire come si fa con i dolci. La fede sorge dal cuore, non dalla mente La mente analizza, calcola e guidica, quindi non si fida mai di nulla. La testa guarda all'esterno, cioè rivolta verso l'esterno, ma la fede è rivolta verso l'interno. È attraverso questi punti di vista che uno ha o non ha fese. Più rivolgete la vostra visione dal fuori al dentro e più avrete fede. Più guardate fuori e più perdete la fede. È un bene portare la mente verso l'interno per gioire della fede. Io posso soltanto indirizzarvi sulla strada dove dovete camminare, affinché possiate prendere la giusta svolta a destra o a sinistra; posso soltanto guidarvi. Infine, camminare su quel sentiero è una vostra prerogativa e se seguite il consiglio di camminare sul giusto sentiero, allora coltiverete la fede. La fede è individuale ed è a favore di se stessi svilupparla e mantenerla.


Visita Divina in Colombia, 13 ottobre 2017

D Grazie Baba, per farci sentire questo amore divino. Potresti parlarci, per cortesia, della consapevolezza e della coscienza, che dobbiamo fare nella pratica interiore? Questo è tutt’ora un argomento piuttosto confuso.

R Swami:Diciamo che avete molto denaro in tasca. Se siete consapevoli che il denaro è nelle vostre tasche, sapete di essere ricchi. Supponiamo, che abbiate dimenticato di avere quei soldi in tasca; allora penserete di essere poveri. C’è la storia di un uomo che sotterrò il suo tesoro nel giardino dietro casa e dimenticò di averlo fatto. Così divenne povero.

La consapevolezza è come il tesoro, se sapete di averlo con voi avete la consapevolezza. Pertanto, la consapevolezza è ciò che siete: Divinità; ma sapere di avere la Divinità, è la consapevolezza. La consapevolezza non ha alternative. Voi siete Quello: voi siete già ricchi, avete già il Tesoro; ma, sfortunatamente è sotterrato da qualche parte e non lo ricordate più.

Poiché avete dimenticato di averlo sotterratto, vi sentite poveri. In realtà, voi siete la personificazione di quella Consapevolezza Divina che pervade ogni cosa, ma poiché l’avete dimenticato, non ne siete consapevoli. Nel momento che lo ricorderete, ne sarete consapevoli e diverrete Quello.

Sat-Chit-Ananda incorpora le tre qualità dell’essere divino. Sat è questa consapevolezza: voi siete Divini, ed è la vostra natura. Chit è la coscienza di sapere di essere Divini. Quando Sat e Chit si mettono insieme, allora c’è ananda, o beatitudine.

Prendete l’acqua e lo zucchero: se li mescolate insieme diventano sciroppo. Lo zucchero, sciolto nell’acqua, diventa acqua dolce. Allo stesso modo, questa verità, che fondendosi con la consapevolezza che voi siete quella verità, diventate ananda: il dolce sciroppo. Allora tutte le esistenze diventano gioiose, piene di beatitudine, Pertanto, da un lato siete ciò che siete, mentre dall’altro avete la conoscenza di essere Quello.

L’Atma è consapevolezza: questa è la Verità, ma voi sapete di essere Atma, che è coscienza Questo è ciò che si dice: “Brahmavid brahmaiva bhavati”= colui che conosce Brahman in verità diventa Bhahman. Pur essendo Quello, ma non sapendolo, non potete diventare Quello.

È un problema: Atma, Consapevolezza e Spirito Divino, sono soltanto nomi diversi come chiamare l’acqua: paani e jala che sono due nomi della stessa cosa. Se ciò che bevete la chiamate acqua o jala o paani o altri nomi, alla fine, la vostraa gola la riconoscerà come la stessa acqua.


Visita Divina a Hong Kong, marzo 2018

D Swami, gli animali si reincarnano come esseri umani e vice versa, come risultato del proprio karma?

R Swami:La reincarnazione è una verità di base di questo mondo: avviene se lo credete o meno. L’uomo passa attraverso 8,4 milioni di specie della Creazione, sperimentandole tutte affinché possa diventare umano. Gli animali possono reincarnarsi come umani e agiscono in tal modo secondo i sentimenti nel momento in cui muoiono. Se muiono in pace, amore e armonia, rinascono per propagare questi valori. Se muoiono nella paura, nell’angosia e nella sofferenza, rinasceranno con queste tendenze. Si dice che gli ultimi pensieri nella vita sono cruciali nel determinare la vita della prossima nascita. Gli animali si reincarnano come esseri umani, Ce ne sono probabilmente troppi al mondo in questo momento che giustificano come mai osserviamo così tanti atteggiamenti animaleschi oggigiorno!


Visista Divina in Gran Betagna, 10-15 aprile 2017

D Ho letto dei libri buddisti e ho una domanda che molti vorrebbero fare. Quando la gente cattiva ha una pessima sorte, possiamo accettarlo, ma perché succede quando delle persone buone hanno una cattiva sorte? È a causa della legge del Karma? È a causa di ciò che hanno fatto nelle vite passate?

R Swami:Ciò che semini, raccogli. A volte ciò che fai oggi può avere un risultato immediato, mentre in altri casi ci vuole del tempo per vedere le conseguenze. Se urti il tavolo, può farti subito male; se semini oggi ci vorranno degli anni prima che vedrai i frutti. Se mangi del cibo ora, ci vorranno due ore per digerirlo. Allo stesso modo, ogni azione ha un tempo di reazione e di risposta. Pertanto, che voi siate buoni o cattivi, qualsiasi cosa abbiate fatto in passato, tornerà indietro. Non si tratta soltanto della gente buona che ha una cattiva sorte, di fatto, se siete davvero buoni non farete nessuna differenza fra gioia e dolore. Vedrete tutto solo buono. Tutto sarà buono per voi. Nei tempi antichi, la gente andava a cacciare nella foresta. C'era una volta un grande re di nome Akbar, che volle andare a cacciare. Egli aveva un ministro molto saggio che si chiamava Birbal. Birbal disse ad Akbar: “Tutto ciò che accade è per il tuo bene”. Mentre tagliava una mela il re si tagliò un dito e sentì molto male. Birbal gli disse che anche quello era accaduto per il suo bene. Il re si arrabbiò così tanto che fece mettere in prigione Birbal.

Venne il giorno in cui il re andò a caccia, Andò nella foresta per la battuta di caccia lasciando il suo ministro in prigione. Avvenne che il re, perso il contatto con la truppa, non sapeva come tornare indietro e così si perse. Un gruppo di guerrieri tribali lo catturarono e lo portarono dal loro capo. Quello per loro era un giorno speciale, era un giorno di festività e per l'occasione avrebbero dovuto sacrificare un uomo da immolare al loro dio.

Erano molto felici di aver trovato il re, così lo legarono e cominciarono a controllare che tutto il suo corpo fosse perfetto, non avrebbero potuto offrire un dono al loro dio che fosse stato imperfetto. Trovarono quel taglio al dito e decisero che non era perfetto abbastanza. Lo liberarono e il re potè tornare nel suo regno. Il re liberò immediatamente Birbal e gli chiese: “Tu mi hai detto che quel taglio al dito era un bene per me. In effetti, così è stato. Mi ha salvato dai tribali. E quanto era buono per te startene seduto in una prigione tutto quel tempo”. Il saggio ministro rispose che era andata bene anche a lui, altrimenti sarebbe dovuto andare col re nella jungla: “Avrebbero sacrificato me al tuo posto. Quindi, è stato un bene anche per me”. Il ministro si sarebbe potuto lamentare quando era in prigione, perché non aveva fatto nulla di male, ma Dio sapeva che se fosse uscito col re avrebbe sofferto. Pertanto, lo fece imprigionare e il ministro accettò.

A volte ciò che prendiamo per difficile o cattiva fortuna può essere un bene per noi. Al massimo, se non ci da altro, ci fa pregare Dio. Nei tempi difficili preghiamo con più forza e più sincerità. Prendete per esempio questi bambini, se non avessero avuto esami da fare, non avrebbero studiato. Avreste potuto chiamarli continuamente, ma avrebbero continuato a giocare. Però, una volta passati gli esami, tutto il loro studio ha portato conoscenza e buoni voti. Allo stesso modo sono i tempi difficili, sono come esami per voi. È in quel momento che dovete mettere insieme tutto il vostro coraggio e la vostra forza, affrontate i vostri problemi in modo coraggioso, passare questo esame difficile, ottenere buoni voti e un buon nome per voi stessi. Quindi, date il benvenuto a tutto ciò che Dio vi ha dato, buono o cattivo che sia; tutto è per il vostro bene.


3 ottobre 2015 – Satsang a Macao

D Ho una domanda circa la fede. Swami ha detto che o si ha fede o non la si ha; non può esserci fede al 50%. C'è un modo per far aumentare la fede nella gente?

R Swami:La gente ha fede. Che posso fare Io per aumentare la loro fede? La fede è una cosa individuale, non è qualcosa di comune che può essere distribuita come fossero dolci. La fede sorge dal cuore, non dalla mente. La mente analizza, calcola e giudica, pertanto questa non può fidarsi di niente. La mente è rivolta al fuori, cioè guarda verso l'esterno, mentre la fede guarda verso l'interno. Quindi, è a casua del cuore e della mente se si ha fede o no. Più lo sguardo è rivolto verso l'interno e meno all'esterno e più si sviluppa la fede; più si guarda all'esterno e più la si perde. È per il proprio bene rivolgere la mente all'interno che fa gioire della fede. Io posso soltanto dirigervi nel percorso in cui dovete camminare, affinché prendiate la svolta giusta a destra anzich'è a sinistra. Io posso soltanto guidarvi. Tuttavia, camminare su quel sentiero è una prerogativa personale e se seguite i consigli per camminare sul sentiero giusto, coltiverete la fede. La fede è individuale e dipende da ciascuno come svilupparla e mantenerla.


12-13 ottobre 2017 – Visita Divina a Bogotà, Colombia

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